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Sinossi:
C'era
una volta un re.... naturalmente innamorato, ma nel 1300 l'amore
era destinato solo ai sognatori che lo cantavano nei sonetti,
un'epoca, in cui l'onore e la patria venivano prima di tutto e i
matrimoni tra nobili erano decisi per motivi economici e politici. Un
re che aveva tutto, potere, terre e ricchezza ma che non poteva avere
quello per cui avrebbe dato la vita: la donna che più amava.
Ma
Sibbe voleva credere a quella fiaba e si abbandonò teneramente
all'amore, con tutto il trasporto della sua giovane età. La dura
realtà però la costringerà a fare scelte diverse e sposerà il suo
amico Kiri, consapevole e felice del fatto che lui non l'amerà mai
come un marito. Kiri infatti è segretamente innamorato di suo
fratello.
La
storia di Sebastian I d'Inghilterra e Sibbe, di Kiri e Hroar si
intreccia sullo sfondo di periodo, il Medioevo, in cui la Chiesa
imponeva le sue regole, le guerre
erano sanguinarie, l'amore era solo un sogno per pochi,
l'adulterio e l'omosessualità erano puniti dalla legge in pubblica
piazza.
Di seguito troverete i capitoli con le scene hot di questo romanzo pubblicato su Wattpad.
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Capitolo 14
Sebastian
le slacciò completamente la camicia e i lembi delle mutande. L'aiutò a sfilarla
e le accarezzò dolcemente in mezzo alle gambe, con enorme piacere la trovò
incredibilmente calda e umida. Dopo che la rabbia per averla vista tra le
braccia di Kiri era evaporata all'istante quando l'aveva vista addormentata nel
letto, si era ripromesso che sarebbe stato gentile e avrebbe fatto con calma,
ma non ce la faceva più, stava diventando un dolore fisico. Le allargò le gambe
guardandola dritto negli occhi, in lei non c'era terrore o paura, ma una luce
che lo chiamava. Tenendola ferma si spinse dentro di lei con forza mentre lei
urlava di dolore, poi spinse ancora più in fondo mentre lei si irrigidiva per
l'intrusione. Aspettò che il suo corpo si abituasse e quando il suo viso si
rilassò, cominciò a muoversi piano dentro di lei, sentendo ogni piccola
contrazione dei suoi muscoli, mentre le sue labbra la baciavano avidamente sul
viso.
L'emozione
di essere dentro di lei, fu talmente forte che Sebastian non riuscì più a
parlare. Ora voleva solo darle piacere e poi soddisfare il proprio. Di solito
non era così altruista con le donne, ma con lei le cose erano molto diverse. Non era solo sesso, era qualcosa che gli spaccava il
cuore, che faceva male ma allo stesso tempo bene. Ascoltando i suoi
sussurri e i suoi gemiti la portò al piacere velocemente e poi si concesse di
affondare in lei riempendola completamente sempre più in fondo.
Esausto
si appoggiò a lei senza schiacciarla dandole l'ultimo bacio prima di sdraiarsi
su un lato e addormentarsi profondamente.
Sibbe
restò un attimo immobile con gli occhi chiusi poi sentendo il respiro regolare
di lui li aprì e lo fissò. Non poteva credere a quello che era successo, le
sembrava un sogno fino a che il dolore non le aveva dato la certezza assoluta
che non lo era. Si girò verso di lui contemplando i suoi lineamenti perfetti
alla luce vibrante della candela. La barba che gli ornava la bocca carnosa, il
naso diritto, gli zigomi alti e il mento deciso. Allungò la mano
accarezzandogli i peli sul petto e fermando la mano sul suo cuore. Batteva
forte e regolare, forse quella sarebbe stata l'unica notte a sua disposizione e
non voleva sprecarla dormendo. Gli accarezzò i muscoli dell'addome e delle
braccia e scostando il lenzuolo scoprì la sua intimità. Non ne aveva mai visto
uno così vicino, ma gli sembrò perfetto e bellissimo. Voleva toccarlo ma allo
stesso tempo aveva paura, non voleva svegliarlo. La curiosità prese il
sopravvento e mordendosi il labbro allungò la mano.
–Ehi!
Cosa pensi di fare? – Disse Sebastian scrutandola con gli occhi socchiusi.
Lei
ritrasse la mano spaventata, e alzando lo sguardo trovò il suo sguardo
divertito e il suo sorriso la lasciò senza fiato e non riuscì a distoglierlo.
Sebastian
si era risvegliato quando la sua mano aveva cominciato a toccargli il petto,
aveva imparato in battaglia a non dormire mai di un sonno profondo, quello gli
aveva salvato la vita più di una volta e ora non gli aveva fatto perdere quella
scena a cui non avrebbe rinunciato per nessun motivo la mondo.
Le
accarezzò il viso mentre lei lo guardava con gli occhi spalancati.
–Continua,
ti prego, soddisfa la tua curiosità. – Gli prese la mano e la guidò verso il
suo membro.
Sibbe
distolse lo sguardo dal suo viso e li abbassò guardando la sua mano che si stringeva
intorno a quell'asta.
–Muovi
la mano, lentamente.
Lei
ubbidì e sentì mentre cresceva intorno alle sue dita.
Sebastian
emise un gemito di piacere, incentivandola a muoversi sempre più veloce. Poi la
fermò bruscamente, sentendo che era di nuovo sull'orlo dell'orgasmo. Le prese
la mano e se la portò alle labbra, baciandola e portandosela al petto. La fece
di nuovo sdraiare e mentre la baciava con passione entrò di nuovo dentro di
lei. Questa volta si concesse tutto il tempo per darle piacere e continuò a
lungo fino a che lei non fu esausta. Poi raggiunse un altro orgasmo potente e soddisfacente,
dopo di che si abbandonò sul materasso e si addormentò di colpo tenendola tra
le braccia.
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Capitolo 19
Hroar
barcollò sulle scale poi fino alla sua camera, aprì la pesante anta e sbatté la
faccia contro lo stipite della porta mentre cercava di entrarci.
–Ahi!
– Brontolò potandosi la mano alla fronte.
–Tutto
bene? – Kiri si alzò e andò verso di lui.
–Quelll
maledettaa portaa che no stta ferrrma, – sbiascicò alzando la voce.
–Sshhh
Hroar o sveglierai tutti, – chiuse la porta col catenaccio e contemplò il
gigante che gli dava le spalle. Era dritto e ondeggiante in mezzo alla stanza
sembrava non sapesse cosa fare. Quella notte si era ubriacato peggio delle
altre volte.
–Hai
bevuto parecchio.
–Nn
è vero.
Hroar
cominciò a spogliarsi con movimenti lenti e goffi fino a quando fu nudo. Kiri
era rimasto vicino alla porta e lo osservava vacillare avanti e indietro pronto
a sorreggerlo nel caso avesse perso definitivamente l’equilibrio. Quando
l’amico si girò all’improvviso non poté evitare di notare l’enorme erezione che
brillava alla luce della luna che filtrava dalla finestra. Trattenne il fiato
fino a quando Hroar non si buttò sul letto supino. Era così magnifico che Kiri
dovette concentrarsi per non fare qualche stupidaggine. Anche lui si sentiva già
incredibilmente duro. Dopo qualche minuto Hroar cominciò a russare
rumorosamente. Si inumidì le labbra sentendo una gran sete. Voleva toccare
quell’uomo, assaggiarlo e che Odino lo perdonasse procurargli piacere.
Si
sdraiò accanto al corpo abbandonato, poteva toccarlo senza il suo permesso? Se
Hroar dormiva non sarebbe stato complice di nessun peccato e la colpa sarebbe stata
solo sua.
Si
avvicinò all’erezione potente, solo una volta, solo per sentirne il sapore.
Leccò la cappella e il desiderio tenuto nascosto per tutti quegli anni gli
arrivò fin dentro al cervello facendolo diventare liquido e inutile. Seguendo
l’istinto più feroce e prepotente senza poter scegliere, prese in bocca la
punta e la succhiò piano. Hroar fece un suono tra il russare e il gemito e lui
si ritrasse spaventato con il fiato corto e le labbra gonfie di smania, pochi
secondi dopo l’amico ricominciò a dormire della grossa.
Kiri
afferrò la sua erezione mentre riprendeva in bocca quella dell’amico. Era la
cosa più dolce che avesse mai assaggiato, un sapore di muschio e selvatico che
lo eccitò all’inverosimile. Aveva già fatto una cosa del genere ma non era
stato così bello. Prese in bocca tutta l’erezione fino a dove riuscì e poi
cominciò a pompare avido e sempre più veloce. Quando lo sentì fremere il suo
frutto caldo si riversò nella sua bocca e si lasciò andare anche lui venendo
nella sua mano. Lasciò andare il pene dell’amico con uno scocco e si girò
tremando dalla parte opposta dandogli le spalle. Dietro di lui non proveniva
nessun suono, non sapeva esattamente da quanto tempo perché era stato troppo
eccitato e nelle sue orecchie aveva sentito solo il rumore del suo sangue.
Restò
immobile per infiniti minuti, come poteva giustificarsi se avesse chiesto
spiegazioni? Rabbrividì di paura fino a quando il russare di Hroar riempì di
nuovo il silenzio. Odino, grazie!
Chiuse
gli occhi e cercò di dormire, il giorno dopo avevano finalmente avuto l’udienza
con il re e sarebbe stato deciso il loro destino.
Hroar
si svegliò che era ancora buio. Kiri dormiva accanto a lui con un respiro
regolare e silenzioso. Si girò verso di lui, l’amico era sdraiato sulla schiena
e nonostante le brache il profilo del suo pene era ben visibile. Allungò la
mano e gli accarezzò il torace, il ventre piatto e più giù in mezzo alle gambe
trovandolo bagnato. Ritrasse la mano stupito. Era venuto? Si portò la mano al
viso e annusò lo sperma appiccicoso. Riportò la mano all’inguine dell’altro e
lo accarezzò con più determinazione. Kiri si rigirò verso di lui con un
lamento, per poi girarsi di nuovo supino. L’erezione cominciò a crescere nella
sua mano e lui la strinse. Un altro lamento uscì dalla bocca dell’amico e lui
si fermò ritraendo la mano.
Dannazione
ma che gli era preso, doveva smetterla prima di creare ulteriore imbarazzo tra
di loro. Toccò la propria erezione e imprecò sentendola durissima e dolorosa.
Eppure era venuto solo poche ore prima tra le labbra del suo migliore amico.
Tornò
a distendersi ma poi si alzò di scatto e uscì in cerca della serva. Prima di trovarla però capì che non era quello che voleva veramente, ma lui e Kiri sarebbero
stati nei guai se qualcuno avesse sospettato di loro. Avrebbe dovuto essere
scioccato da quello che era successo, invece tutto gli sembrava giusto e
normale.
Mentre
camminava lungo la riva del fiume ripensò a quello che aveva visto diversi anni
prima nascosto tra le fitte foreste di Visby. Era andato a cercare il suo amico
Kiri per andare a pesca e lo aveva visto nudo mentre si lasciava toccare da un
uomo più vecchio di loro. Era un pescatore che si fermava ogni tanto sulla loro
isola. L’uomo lo teneva per il collo e toccava
l’erezione di Kiri, all’inizio pensò che gli stesse facendo del male, stava
per intervenire quando l’amico era esploso e si era lasciato andare contro il
corpo dell’altro che lo aveva sorretto e abbracciato.
Allora
era rimasto scosso da quello che aveva visto anche se non capiva bene sapeva
che era sbagliato, ma non aveva mai avuto il coraggio di parlarne con Kiri. Nei
mesi successivi aveva notato che quando il pescatore restava sull’isola il suo amico spariva per diverse ore. La cosa lo aveva irritato perché aveva
dovuto rinunciare a delle belle giornate di pesca e caccia, andare da solo non
era divertente. Provava un certo fastidio ogni volta che sapeva che il
pescatore era sull’isola perché era preoccupato per Kiri che stava facendo una
cosa pericolosa e sbagliata. Adesso però che era lui l’oggetto delle attenzioni
dell’amico e non gli sembrava poi così sconveniente.
Riprendi la storia su Wattpad, tra qualche giorno caricherò il capitolo 20. 25/04/2016
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